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    Iva Berasi - articoli, lettere e interviste dalla stampa
          
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Trento, 4 ottobre 2003
“AGIRE LOCALMENTE, PENSARE GLOBALMENTE”
È lo slogan dei Verdi che Iva Berasi, candidata alle prossime provinciali del 26 ottobre 2003,
sottolinea essere praticato e non solo predicato.

Intervista a Iva Berasi, de “La Cronaca”, n. 3, sabato 4 ottobre 2003

Perché si dovrebbe scegliere ancora i Verdi per governare il Trentino?
“Semplicemente perché da sempre ci siamo occupati della qualità della vita dei cittadini - allarga le braccia la candidata Iva Berasi -, qualità della nostra vita quotidiana che significa nel contempo anche attenzione verso il mondo. Dobbiamo, infatti, essere consapevoli che ogni nostra azione incide sul sistema globale. Ecco perché il nostro slogan è: “agire localmente, pensare globalmente”.

Alcuni vostri avversari, però, vi definiscono integralisti. Sostengono che per salvaguardare la natura bocciate ogni progetto.
“Sono giudizi superficiali di chi non è ha mai seguito attentamente il nostro lavoro che ormai si è sviluppato anche a livello nazionale. Ed è un modo come un altro per sbarrare la strada al futuro con il quale dovremo confrontarci. E’ più facile criticare, denigrare, cancellare che confrontarsi.”

Quindi, non è vero che siete dei sempiterni “Mister no”?
“Proprio no. Da tempo, ormai, i verdi, da quando almeno hanno deciso di diventare una forza di governo, non rispondono categoricamente e ideologicamente no a progetti o piani di sviluppo, ma pongono sempre un’alternativa che prende in considerazione gli spetti economici, sociali e ambientali che gravitano intorno all’operazione proposta, cercando, quindi, di renderla migliore e più sostenibile di quella offerta.”

Il Trentino rimane sempre un’isola felice?
“Come si dice, non sempre è tutto oro quello che luccica. E’ vero che abbiamo il reddito pro capite più alto d’Italia, ma ad esempio abbiamo anche parecchi suicidi, in alcune nostre valli che evidenziano situazioni di grave disagio e che non possono affatto venire sanate con un forte reddito. Ecco perché parliamo sempre di qualità della vita, perché ormai quella economica l’abbiamo già raggiunta. Purtroppo non sempre allo sviluppo economico segue la qualità sociale e ambientale.”

Certo però che li favorisce.
“Senza dubbio. Quando si ha la pancia piena, ci si può occupare anche di altri problemi. Quindi, è difficile costringere i popoli del sud del mondo a ragionare in termini di ambiente, me ne rendo conto, dato che non hanno ancora raggiunto la possibilità di mangiare adeguatamente. Ma qui da noi, i bisogni primari li abbiamo abbondantemente soddisfatti. Perciò poniamoci il problema della qualità vera della vita. Se non abbiamo più rilevanti problemi legati all’occupazione, non aggrediamo l’ambiente, ma tuteliamolo poiché è la nostra maggiore risorsa. Dobbiamo avere la consapevolezza che dobbiamo lasciare ai nostri figli questa nostra terra, almeno come l’abbiamo trovata.”

Chi sono i nemici del Trentino, dove li avete individuati?
“Nella rincorsa di modelli che non possono essere esportati in una storia culturale, politica, sociale come quella del Trentino. Stiamo correndo il rischio di rincorrere il modello veneto e questo sarebbe distruttivo per il Trentino. Il Veneto, infatti, è una regione che ha raggiunto un notevole benessere economico, ma non ha salvaguardato la qualità della vita. Ecco perché emerge impietosamente un basso tasso di scolarizzazione, un elevato tasso d’alcolismo, un disastroso sistema di infrastrutture viarie. In Veneto le strade non esistono se confrontate alla produzione industriale della regione, come sono assolutamente inadeguate le ferrovie.”

Bisognerà aiutarlo questo Veneto.
“Certo i veneti non possono pretendere, dopo aver abusato del loro territorio di avere a disposizione quello degli altri.”

Si riferisce per caso alla Valdastico?
“Certo e ribadisco il nostro no alla Valdastico. Il Veneto risolva innanzi tutto il problema della propria viabilità perché con qualunque imprenditore della vicina regione con il quale io parli, denuncia subito il problema della viabilità interna. Perciò, prima risolvano questo loro impellente problema e poi penseremo a come attraversare le Alpi.”

Con le autostrade?
“Eh no, non possiamo più permetterci di attraversare le Alpi con le logiche delle autostrade. E’ ora di investire invece con convinzione sulla ferrovia. Ma finché non renderemo le Ferrovie competitive sotto l’aspetto economico, non potremmo avviarci su questa via.”

Lei sottolinea spesso che si deve recuperare anche la qualità dei rapporti umani. Cosa intende in concreto?
“Che se non ci sono gli spazi d’incontro, la gente non può parlarsi, scambiare opinioni, dialogare insomma. Ecco allora che sempre secondo la mia ottica di assessore, avendo la competenza di uno dei servizi che ritengo strategici dell’Amministrazione provinciale, ovvero il servizio ripristino ambientale, ho programmato: spazi gioco per bambini nei nostri paesi, spazi d’incontro per gli anziani, parchi aperti alla comunità.”

Tutte le forze politiche orami hanno nel loro programma la difesa dell’ambiente. Che differenza c’è, quindi, tra voi e gli altri partiti?
“Come dico sempre, le cose si possono predicare e non praticare. Oppure si predicano e si cerca di praticarle. Questa è la sostanziale differenza. Noi abbiamo una formazione culturale che pone sempre una grande attenzione alla sostenibilità dello sviluppo.
Che significa non solo che l’ambiente entra con pari diritto di altri fattori, nella valutazione di qualunque intervento si faccia, ma significa anche far partecipare la gente ai processi decisionali e pure condividere con i cittadini, quel che si va a fare sul territorio. Insomma, non è più un fare per, ma fare con.”

Ma c’è sempre la necessità di presidiare l’ambiente, o come sostengono altre forze politiche non è più necessario?
“Certo, qualche politico dice che non serve più l’assessorato all’ambiente. Perché tutti ormai si occupano di ambiente. Beh, guardate come è finita al comune di Trento, dove non si sa nemmeno chi si occupi di ambiente!”

 

 

  Iva Berasi

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